Una insospettabile Sicilia esoterica, in cui il numero 3 è il filo rosso sangue della trama di un thriller in cui niente è normale: nemmeno la coppia investigativa che vede un commissario della Omicidi di Palermo – quel Francesco Mancuso giunto al suo settimo caso – collaborare con un tenente dei carabinieri triestino. Sul Il Fatto Quotidiano di oggi 16 ottobre.
La Regione Sicilia presenta 31 progetti per l’irrigazione pieni di strafalcioni, e naturalmente se li vede bocciare tutti e 31.
Gli errori vanno dalla mancata indicazione della data di progettazione, della verifica o della durata dei lavori, a durate di intervento e realizzazione superiori al massimo consentito; pullulano i “campi” in cui non è stato inserito il valore richiesto o è stato inserito un valore assurdo (per esempio: Superficie totale dell’area attrezzata sottesa all’intervento contraddittorio = 0).
Immagino che i dirigenti responsabili siano fra quelli che per anni hanno percepito consistenti bonus in riconoscimento della loro encomiabile efficienza; ma come da copione, invece di prendersela con loro Musumeci parla di discriminazione nei confronti del Sud. Però come la mettiamo con la Calabria, altrettanto a Sud, che di progetti ne ha avuto approvati 20?
Dovremmo smetterla con la vecchia tecnica dell’appello all’orgoglio siciliano per coprire le proprie mancanze.
Ogni volta che una parte politica si trova al centro di uno scandalo portato alla luce da giornalisti in prossimità di elezioni, grida alla “bomba a orologeria”. Fino a qualche tempo fa mi limitavo a pensare: “Per me la cosa veramente importante, da cittadino, è essere informato. Peggio per i responsabili dello scandalo che forniscono il materiale esplosivo; la colpa è loro, non di chi aggiunge l’innesco e il timer”. Oggi la penso in un modo ancora più radicale: visto lo stomaco da struzzo e la memoria da criceto di molti elettori capaci di digerire qualsiasi cosa e dimenticarsele nel giro di poco tempo, ben vengano le bombe a orologeria giornalistiche ben documentate fatte esplodere in prossimità di elezioni. Così magari la gente si dà una svegliata, non ha il tempo di digerire e dimenticare, e castiga i responsabili nell’urna.
Irlanda, no vax italiano convince paziente Covid a lasciare l’ospedale: “Qui ti uccidono”. Il poveretto torna a casa e muore. Abbiamo un surplus di stupidità, e l’esportiamo. P.S.: ovviamente il convincitore sta passando guai con la giustizia. Ne risulta confermata ancora una volta la definizione di “stupido” del grande Carlo M. Cipolla: «Una persona stupida è una persona che causa un danno a un’altra persona o gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno».
Avete fatto caso che molti ristoranti e locali che servono aperitivi non sembrano più quelli di una volta, e vi chiedete perché?
Ve lo dico io.
1 – Questo è facile: i locali hanno avuto una terribile batosta dal COVID; molti hanno aumentato i prezzi per rifarsi dei mancati guadagni, ma anche per tentare di mettere “fieno in cascina” in previsione di un futuro un po’ incerto. 2 – Qualcuno ha aumentato i margini anche (o “invece”) abbassando i costi delle materie prime – e cioè riducendo la qualità del cibo. Questo è avvenuto soprattutto nella fascia “price-sensitive”, attenta al prezzo: vedi i locali specializzati in aperitivi rinforzati. 3 – Spesso è cambiato il cuoco. Il COVID ha costretto a licenziamenti (in cucina e in sala), e quando i locali hanno ripreso a funzionare, molti gestori non hanno riassunto i vecchi lavoratori: o perché quelli nel frattempo si erano trovato qualcos’altro da fare o perché costavano troppo… e quelli che costano di più sono proprio i cuochi.
E noi clienti come l’abbiamo presa questa cosa? Beh, l’entusiasmo per la recuperata libertà ci ha fatto chiudere un occhio, e i gestori (un pochino bisogna capirli) l’hanno passata liscia. Man mano che recuperiamo la normalità, torneremo a essere più attenti e i locali che offriranno il miglior rapporto qualità/prezzo staccheranno gli altri. Al riguardo ci sono già segnali. Andate a guardare le recensioni su Trip Advisor: vedrete che in molti ristoranti quelle più recenti sono peggiori della media precedente. E questo conferma due cose: 1) che il rapporto qualità/prezzo è peggiorato e che 2) i clienti cominciano ad accorgersene.